martedì 15 maggio 2012

Iter burocratico dell'Archeopark

Si riporta di seguito il link al volantino dell'UNIONE di centrosinistra inerente all'iter burocratico presso la Regione Lazio del progetto didattico dell'Archeopark.
Buona  lettura a tutti!
Archeopark altro stop


3 commenti:

  1. Dal Volantino Archeopark20120514.pdf
    …con l’abitato di colle passero ”sorto a suo tempo attraverso attività edilizia spontanea”, cioè abusiva…

    Sono uno dei cittadini di Castel Madama, abitante a Colle passero, e possiedo, e sono disponibile a mostrare ove sia necessario, regolare licenza edilizia della casa che ho acquistato da alcuni anni, rilasciata dal comune di Castel Madama l’anno 1968 su progetto redatto dal geometra Marcello Fabiani. Poiché ritengo diffamante essere chiamato “abusivo” chiedo a codesti scriventi di rettificare immediatamente quanto affermato.

    Distinti saluti

    Bruno Palombo

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  2. Per conto di Italo Carrarini

    ARCHEOPARK: UN PASSO AVANTI E UNO INDIETRO? NO, DUE PASSI INDIETRO!
    Forse non tutti sanno che persino le luride fogne sono standard di riqualificazione urbanistica e ambientale e che il procedimento sul “merito” di tutte le argomentazioni sollevate nel ricorso al TAR Lazio è tuttora in piedi.
    Per chi non lo avesse ancora capito, la Regione Lazio non ha fatto altro che ritenere fondate le argomentazioni difensive del ricorso, anticipando la fase di “merito” del giudizio dinanzi al TAR.
    SUL VOLANTINO DELL’UNIONE E DELLA GINESTRA
    Trattasi di livello di “disinformazione strategica” non consono ai livelli della Politica che conoscevamo.
    Chi li ha visti? Così li chiamano da queste parti quei politici incuranti dei problemi dei cittadini mai coinvolti nella partecipazione ai processi di pianificazione programmata del territorio.
    Un volantino impreciso, mosso dalla necessità di giustificare alla cittadinanza tutta l’incapacità tecnico-amministrativa profusa nella gestione del Programma Integrato in questione, inutile perché l’avversario politico dell’Unione e della Ginestra (l’attuale Amministrazione) non si è mai sottratto alla realizzazione della struttura. E allora qual è il problema, il vero nodo dietrologico che muove il volantino? Non saranno mica gli interessi legittimi dei cittadini residenti?
    Cordialmente,
    Italo Carrarini, residente nella località deabusivizzata di Colle Passero.

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  3. Diciamo pure le cose come stanno. Il Programma di riqualificazione per Colle Passero è stato un escamotage per giustificare un investimento privato, rivelandosi un vero raggiro ai danni dei residenti.
    Oggi affermate che gli standard non si potevano reperire, le normative in materia urbanistica dicono invece che se si potevano reperire e, sicuramente, in misura assai maggiore.
    Alla fine di tutto un ricorso ben argomentato ha prevalso su ogni cosa, checché ne dica il volantino, e la Regione ne ha preso atto. Evidentemente i signori politici e funzionari che all’epoca avevano concordato con la Regione il da farsi su come riqualificare Colle Passero o si sono espressi male, o hanno capito male o sono stati informati male. Non c’è altra spiegazione. Non possiamo pensare che siano stati raggirati da un nemico invisibile.
    Tutta questa storia è l’ennesima dimostrazione del disinteresse verso le ragioni dei cittadini che hanno pagato regolarmente oneri di urbanizzazione e altro in cambio di che: di un lontano parcheggio per i pullman e di un marciapiede a servizio dell’archeopak. Questi gli standard urbanistici che prevedono le Amministrazioni Comunali in questo paese. Ancora più scandaloso affermare che la vera riqualificazione urbanistica di Colle Passero, al di là dei servizi da dare alla gente, è dovuta all’alto valore culturale che l’archeopark incarna. Far passare poi i residenti per coloro che sono contrari allo sviluppo di Castel Madama e all’occupazione è veramente eccessivo, come eccessivo marchiarli ad ogni evenienza come provenienti da esperienze di edilizia spontanea, “ovvero abusiva”. C’è da incazzarsi e alla grande, specie se il messaggio viene da una coalizione di partiti che rivendica una collocazione a sinistra, non avendo evidentemente altro argomento per giustificare tutto il casino combinato sull’urbanistica.
    A questo punto due cose emergono in tutta evidenza: l’incapacità e il disinteresse alla riqualificazione del territorio. A chi può interessare prevedere servizi per le aree esterne?
    Diciamocela tutta cari compagni e amici, l’archepark è un atto “de imperio” , una cosa che si deve fare per una ragione di stato. Certo è che con questi chiari di luna, con questi grandi pianificatori, sarà duro vedere concretizzarsi un qualcosa di positivo. Chi vivrà vedrà.
    Giovanni

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